PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
18° RASSEGNA DEL DOCUMENTARIO
PREMIO LIBERO BIZZARRI
PREMIO "CITTA' DI IMOLA"
MIGLIOR FILM ITALIANO
59° TRENTO FILM FESTIVAL
67a BIENNALE DI VENEZIA
SELEZIONE UFFICIALE
CONCORSO 'ORIZZONTI'
“..un potente documentario di Isabella Sandri e Beppe Gaudino sulla vita di Alberto Maria De Agostini che visse insieme agli indigeni della Terra del Fuoco, e li fotografò prima che “scomparissero”. … un lavoro di passione, autarchico, di ricerca, non solo sulla realtà ma anche nel territorio della sperimentazione visiva, di quelli a cui ci ha abituato da anni la coppia di registi..." (G.Gallozzi 'L'Unità')
“…un documentario che non è esattamente un documentario, dove immagini oniriche si mescolano al prezioso materiale di repertorio, un oggetto misterioso di difficile classificazione, ma di enorme suggestione”; così il critico Adriano Aprà ha presentato Per questi stretti morire." (O.Cosulich 'Il Mattino')
“…Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri: sono tra i pochi resistenti italiani che fanno un cinema necessario….un non-film misterioso e ipnotico…” (M.Palazzo 'Rifrazioni')
“…Hanno dato voce e storia alle realtà più lontane, ognuno dei due (registi) ha un linguaggio poetico personalissimo e insieme riescono ad avere coincidenze di visioni.” ( S.Silvestri 'Il Manifesto')
L’ostinazione, l’eccesso, i patimenti nella vita e nelle opere dell’esploratore cineasta e fotografo Alberto Maria De Agostini (1883-1960) arbitrariamente reinventate. Partito come missionario a 26 anni da un paesino del Piemonte, raggiunse nel 1910 la Patagonia e la Terra del Fuoco. Scalò montagne, scoprì fiordi edesplorò ghiacciai dando loro i nomi. Di fronte allo struggimento e al dolore della scomparsa degli ultimi indios non seppe usare altre parole che quelle impressionate sulle sue lastre fotografiche o sui fotogrammi del suo bellissimo film ‘Terre Magellaniche’. Tutto questo però finisce in un immaginario e caotico magazzino della memoria, in mezzo a tristi residui accatastati della ‘civiltà dei bianchi’, dove due ragazzi frugano (assistenti del passato, topi instancabili, ingenui esaltati) alla ricerca di tracce dell’artista, in Italia quasi uno sconosciuto. Gli indios, fantasmi ancora presenti, faranno loro compagnia nel ricordare il loro assassinio e quello di una natura e di una terra derubate dai colonizzatori.
’Mentre i miei medici per amore sono divenuti cosmografi, e io la loro mappa, che giaccio piatto su questo letto, perché possano mostrare che questa è la mia scoperta sud-occidentale, per fretum febris, per morir per questi stretti, gioisco che in questi stretti io vedo il mio Occidente, poiché seppur le loro correnti a nessuno concedano ritorno, che male potrà farmi il mio Occidente? Come Occidente e Oriente in tutte le mappe piatte (e io ne sono una) son una cosa sola, così la morte tocca la Resurrezione’ (John Donne 1623). Del De Agostini non è rimasto niente. Niente di personale. Non ci sono diari, taccuini, note, confessioni. Ci siamo spesso chiesti in questi tre anni di lavoro e indagini di cosa fosse fatto. L’unica risposta che abbiamo avuto è un’immagine, questa dell’Uomo-Mappa. Lui è il suo luogo, il luogo che ha amato, che più che emblema simbolo metafora, ne è il corpo. Quello che crediamo è che si sia accartocciato su se stesso, ricongiungendo le due estremità della mappa e trovando il suo paradiso semplicemente nel senso della sua opera.
Soggetto e sceneggiatura Isabella Sandri & Giuseppe M. Gaudino
Fotografia Isabella Sandri & Giuseppe M. Gaudino
Montaggio Isabella Sandri & Giuseppe M. Gaudino
Scenografia Giuseppe M. Gaudino
Costumi Giuseppe M. Gaudino - Alessandra Torella
Musica Epsilon Indi
Consulente scientifico prof. Nicola Bottiglieri (Università di Cassino)
Aiuto regia e casting Emanuele Donadio
Produzione Giuseppe M. Gaudino per Gaundri srl
con il sostegno di:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Piemonte Doc Film Fund
con la collaborazione di:
Museo Nazionale della Montagna - Cai - Torino
Museo ‘Maggiorino Borgatello’ Punta Arenas, Cile
IILA Istituto Italo-Latino Americano - Roma
Università di Cassino
Emanuele Buganza
Federico Tolardo
“… Per questi stretti morire. L’inizio è nella fine: una mappa, un impero. La Patagonia, la Terra del Fuoco, un film che finisce per cominciare di nuovo. Un [...]